Il credito pubblico è la scialuppa di salvataggio per condurci nel futuro

Nuova banca pubblica

La protezione del credito: “CrediVeneto, Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono diventate intoccabili; non le venderanno mai. Anche se tu vai con 50 miliardi o 300 miliardi in mano per comprarle non te le vendono”.

Questo è quanto dice un insider durante un colloquio privato.

La mala gestio ed i conti in rosso delle banche sono un paravento.

Un miliardo e mezzo per rifinanziare tre banche così importanti, se lo si vuole fare, si trova in 5 minuti.

La ragione del crollo dei nostri principali istituti di credito locali è che secondo il piano di ridimensionamento del potere economico italiano il credito veneto DEVE essere incatenato al grosso sistema bancario delle S.p.a. e non deve più essere in grado di fornire credito alla piccola e media industria locale motore dell’economia, nonché prevenire la potenziale attuazione della spinta secessionista.

Scacco matto all’economia del Nordest ed ai sogni di sviluppo industriale italiano che parte da qui e tiene in piedi il Paese.

A decidere quali settori economici ed industriali rilanciare e a quali aziende fare credito saranno i gruppi finanziari a livello internazionale a seconda DEI LORO PIANI STRATEGICI.

L’antidoto a questo veleno sono: 1 nuove banche che agiscano in senso veramente etico (meglio se fuori da questo sistema bancario); 1 o banche pubbliche.

Scartando a priori la seconda ipotesi che prevede l’esistenza di un Governo forte ed autorevole sostenuto da una netta maggioranza di cittadini che non fossero dei voltagabbana alla prima difficoltà o sconvenienza, rimane la prima ipotesi.

Su questa sappiamo che il veto esiste e può essere tolto solamente se i due grandi poteri che hanno traghettato l’Italia post bellica si mettono d’accordo, ma si tratterebbe comunque di un vincolo esterno.
L’alternativa è il virus di illuminati cittadini in grado di creare in occidente una banca parallela su cui veicolare scambi internazionali di beni reali e che abbia come asset moneta internazionale ma come circolante un credito complementare inattaccabile dalla speculazione.
La sopravvivenza e lo sviluppo di questo nuovo modello bancario ha la necessità di appoggi politici internazionali tali da proteggerla dall’azione legislativa che avesse lo scopo di aggredirla nell’interesse dei soggetti descritti più sopra, ma deve anche poggiare su un circuito di scambi che mantenga il più possibile intatta da una parte la massa monetaria e dall’altra il valore ed il capitale in tasca ai soggetti che producono e si scambiano i beni reali con l’ovvio scopo di mantenere in circolazione la ricchezza non esportata,  ovvero evitare l’attuale deflazione.

Tratto da un post de L’Economia Spiegata Facile del 23/10/2015

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Un pensiero su “Il credito pubblico è la scialuppa di salvataggio per condurci nel futuro

  1. Se non mi sbaglio… in America in uno degli Stati che ne fanno parte, ovvero il NORD DAKOTA, è l’unica nazione americana che non si è associata alla FED, tenendo per se la propria banca pubblica.
    https://rapportoaureo.wordpress.com/2011/11/28/debito-pubblico-la-banca-del-north-dakota-e-differente/

    Debito pubblico? La Banca del North Dakota è differente

    Ebbene sì, mentre la crisi planetaria mette in ginocchio l’economia degli stati sovrani ‘rei’ di aver contratto nel corso degli anni debiti pubblici da capogiro (se si sommassero i debiti pubblici delle sole nazioni occidentali dell’emisfero boreale del globo potremmo utilizzare a pieno titolo la parola “fantastigliardi”) con le rispettive banche centrali (delle società anonime a proprietà privata che hanno usurpato la sovranità monetaria dei popoli arrogandosi la facoltà di emettere moneta semplicemente stampandola come fessoero una tipografia), c’è uno Stato che non ha debito pubblico, anzi ha un attivo di oltre 300 milioni di dollari e ha una disoccupazione a livelli strutturali: il 3,3%.

    Qual’è il segreto del North Dakota? Semplicemente l’aver mandato a quel paese la Federal Reserve, la banca americana che emette e presta il dollaro a tutti gli Stati Uniti con eccezione del virtuoso stato di cui sopra. Nella prima parte del secolo scorso infatti, i lungimiranti contadini del North Dakota si rifiutarono di aderire al Federal Reserve System decidendo di non prendere un centesimo in prestito dalla FED e di non corrispondere quindi nessun tasso d’interesse alla banca emittente. Decisero di creare una loro Banca, la Bank of North Dakota http://banknd.nd.gov/ , una banca pubblica che opera il sistema della riserva frazionaria a fin di bene: attraverso i depositi (in dollari) dei cittadini la BND garantisce l’accesso al credito alle imprese e alle famiglie con tassi d’interesse e di sconto a condizioni agevolate (per i finanziamenti nell’economia agricola si arriva all’1% dell’ammontare del capitale preso in prestito!), gli interessi corrisposti non vanno a finire nelle tasche di pochi privati speculatori, ma tornano ai cittadini in quanto la BND è una Banca Pubblica e come tale può accreditare i dividendi allo Stato finanziando opere e servizi pubblici.

    Un miracolo? Assolutamente no, una cosa talmente semplice e logica che ogni Stato Sovrano potrebbe fare da un giorno all’altro.

    Facciamo un esempio. Immaginiamo di vivere in un Paese governato da politici eletti direttamente dal popolo. facciamo finta – per assurdo, s’intende! – che questi abbiano deciso di far politica non per difendere i propri interessi o quelli delle lobbies che li sostengono e li finanziano, ma per far progredire, crescere e sviluppare la propria terra e il proprio popolo. Continuiamo nel nostro immenso sforzo di fantasia e arriviamo a ipotizzare che la cultura dominante di un popolo non sia quella del favoritismo, del consociativismo, dell’interesse collettivo piegato all’interesse del singolo attraverso manovre tatticistiche fine a se stesse, ma solo e soltanto quella del merito e dell’interesse nazionale. Arriviamo a rasentare la bestemmia immaginando che questi governanti che vogliono fare l’interesse del popolo decidano di creare una Banca Nazionale, che i cittadini decidano di spostare le loro ricchezze presso questa Banca, consapevoli del fatto che le spese che pagano (frutto del loro sudore) ritornano nelle loro tasche. Cosa succederebbe? Succederebbe che le banche commerciali fallirebbero e i loro proprietari (conosciamo i nomi degli amministratori delegati, dei consiglieri d’amminisatrazionem dei direttori generali ma NON CONOSCIAMO I VERI PROPRIETARI, ovvero coloro che ogni anno incassano i dividendi) sarebbero costretti a guadagnarsi da vivere non sulla produzione di lavoro altrui come fanno i pidocchi, ma con il proprio sudore. Ma nel nostro Paese l’unico sudore che ci e’ rimasto (comincia anche a mancare il lavoro) è quello che ci ritroviamo al risveglio dopo aver fatto certi bei sogni…

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